Industrie Hi-Tech
I tassi di crescita più alti (con una media dell’8% annuo negli ultimi anni) si hanno nei settori dell’alta tecnologia (Hi-Tech), con alto investimento di capitale e capacità. Questi settori richiedono tecniche di produzione sofisticate come pure considerevoli investimenti in ricerca e sviluppo (peri quali viene speso il 4,4% del P.I.L. israeliano, senz’altro una delle più alte percentuali al mondo). La qualità di questa R&S in Israele si colloca, secondo gli esperti ONU, tra le prime dieci al mondo. Un contributo di successo a questi due requisiti si deve agli istituti di ricerca accademica, che forniscono la maggior parte della R&S di base, e a fondi di capitale a rischio.
L’importanza delle imprese ad alta tecnologia è ben resa dal fatto che mentre nel 1965 esse costituivano soltanto il 37% della produzione industriale e nel 1985 erano salite al 58%, nel 2006 questa percentuale si è attestata intorno al 70%.
Quasi l’80% della produzione Hi-Tech viene esportata, mentre le più tradizionali imprese a bassa tecnologia esportano soltanto circa il 40% della loro produzione. Le esportazioni di prodotti Hi-Tech sono quadruplicate dai 3 miliardi di dollari USA del 1991 ai 12,3 miliardi di dollari nel 2000, e ai 29 miliardi di dollari nel 2006 (a cui vanno aggiunti altri 5,9 miliardi di dollari di servizi Hi-Tech esportati). Dopo il rallentamento dell’economia tra il 2000 e il 2001, l’industria Hi-Tech è stata la prima a riprendersi con una crescita positiva già nel 2003. Nel 2006 il prodotto dell’ICT (Information & Communications Technology – un settore primario dell’industria Hi-Tech) ammontava a 24 miliardi di dollari. Contribuendo con un 17% al PIL del settore commerciale, dà impiego a 185.000 persone, spende in R&S in campo civile oltre 3,3 miliardi di dollari ed esporta per quasi 16 miliardi di dollari.
Oltre il 90% dello stanziamento pubblico per R&S (7 miliardi di dollari nel 2006) viene destinato alle industrie Hi-Tech, e la maggior parte di esso viene canalizzata in fondi di capitale joint venture. Negli ultimi anni il governo ha raccolto discreti dividendi dalle azioni di questi fondi, andando ben oltre la restituzione dei prestiti concessi a compagnie start-up di successo. Oltre alle sei fondazioni binazionali sopra citate, Israele ha firmato de per finanziamenti congiunti di progetti R&S con USA, Canada, Italia, Belgio, Austria, Francia, Svezia, Germania, Olanda, Irlanda, Portogallo, Spagna, Hong Kong, India Turchia e Cina.
L’era della tecnologia informatica (internet, commercio elettronico, ecc…) ha posto l’economia israeliana, e in particolare le sue industrie Hi-Tech, all’avanguardia mondiale nello sviluppo in questi campi. Numerose compagnie israeliane internazionalmente riconosciute sono state acquistate da grandi gruppi con transazioni da molti miliardi di dollari. Il numero di nuove imprese start-up è molto elevato e ciò è dovuto alle straordinarie capacità innovative presenti in Israele, coniugate alla disponibilità di manodopera altamente qualificata. La crescente presenza di imprese israeliane a Wall Street e nelle Borse europee è un’ulteriore manifestazione del rispetto che l’industria Hi-Tech israeliana si è guadagnata.