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Agricoltura

Il settore agricolo israeliano è caratterizzato da un sistema di produzione intensivo, costretto a misurarsi con la scarsità di risorse naturali, in particolare con la ridotta disponibilità di acqua e terre coltivabile. La costante crescita della produzione agricola è dovuta alla stretta collaborazione fra ricercatori, agricoltori e industrie del settore. Insieme, essi sviluppano e applicano nuovi metodi in ogni campo del settore. Il risultato è un’agricoltura moderna in un paese la cui superficie è per più della metà desertica.

Poiché gli scienziati e gli agricoltori israeliani hanno dovuto operare in un contesto ambientale difficile e si sono scontrati con la scarsità delle risorse idriche, la loro esperienza risulta particolarmente utile per i paesi in sviluppo. Il suo successo risiede nella determinazione e nella ingegnosità di agricoltori e scienziati che si sono dedicati allo sviluppo di un’agricoltura fiorente e che hanno così dimostrato al mondo che il vero valore della terra è una funzione del modo nel quale questa viene utilizzata. La stretta cooperazione tra R&S e l’industria, ha portato allo sviluppo di un mercato agricolo commercialmente orientato che esporta in tutto il mondo soluzioni agro tecnologiche – in particolare indirizzate a risolvere i problemi legati all’acqua. 

L’agricoltura in Israele è la storia del successo di una lunga e aspra lotta contro condizioni avverse, condotta facendo un uso ottimale della scarsa acqua e della terra coltivabile (compresi moderni impianti di desalinizzazione, il cui know-how è divenuto una carta vincente nel campo dell’esportazione. Quando gli Ebrei iniziarono a reinsediarsi nella loro patria storica, alla fine del XIX secolo, i loro primi sforzi furono rivolti, soprattutto per motivi ideologici, a trasformare la terra sterile in campi fertili. Il segreto del successo dell’agricoltura israeliana di oggi, risiede nella stretta interazione tra coltivatori e ricercatori sponsorizzati dal governo, che cooperano per lo sviluppo e l’applicazione di metodi sofisticati in tutti i settori agricoli, così come per il progresso tecnologico, le nuove tecniche d’irrigazione e gli strumenti agro meccanici innovativi. 

Da quando Israele ha raggiunto l’indipendenza nel 1948, la superficie coltivata totale è aumentata di 2,6 volte fino a raggiungere approssimativamente 440.000 ettari; i terreni irrigati sono aumentati di 8 volte e, alla metà degli anni Ottanta, ammontavano già a circa 240.000 ettari. Tuttavia, a causa della crescente penuria d’acqua, unitamente al processo di urbanizzazione, i terreni irrigati sono scesi a meno di 200.000 ettari. Nell’ultimo mezzo secolo il numero di insediamenti agricoli è cresciuto da 400 a 750, ma la quota di popolazione che li abita è scesa dal 12 a meno del 5%. 

Oggi Israele fa fronte alla maggior parte delle sue necessità alimentari attraverso la produzione interna, integrata importazioni, principalmente di granaglie, semi oleosi, carne, caffè, cacao e zucchero, che sono ampiamente compensate dalle esportazioni di prodotti agricoli. La sua produzione agricola consiste in buona parte dil lattici e pollame, come pure di una grande varietà di fiori, frutta e ortaggi, specialmente nelle aree più calde nelle quali gli agricoltori traggono vantaggio dal clima per anticipare le stagioni sui mercati europei. Nei mesi invernali, Israele è la serra dell’Europa, dove esporta meloni, pomodori, cetrioli, peperoni, fragole, kiwi, mango, avocadi, un’ampia varietà di agrumi, rose a gambo lungo e garofani. 

La percentuale di produzione agricola nel PNL è scesa tra il 1950 e il 2006 dall’11 all’1,5%, mentre la proporzione di esportazioni agricole è diminuita dal 60 a meno del 2 per cento delle esportazioni totali, nonostante un aumento netto delle esportazioni annue da 20 milioni, nel 1950, a 1 miliardo di dollari nel 2006, grazie, fra l’altro, alla vasta introduzione di nuovi metodi di coltivazione, di tecnologie e sistemi di irrigazione moderni e di un’agricoltura orientata verso l’esportazione.