Il Sistema Fiscale
Il finanziamento del massiccio consumo pubblico di Israele, ha reso necessaria una pesante tassazione che per anni il cittadino israeliano ha dovuto sostenere. Si trattava di uno dei più alti carichi fiscali al mondo. Nel primo decennio dalla costituzione dello Stato le tasse erano pari a un ottavo del PIL, negli anni ’60 hanno raggiunto il quarto, ha oscillato tra il 30 e il 40 per cento negli anni ’70 e ’80 e, negli anni ’90, ha avuto una media di quasi il 40%, attestandosi al 40,3 % nel 2000. Nel 2003 fiscale è sceso al 39,3% del PIL, scendendo ulteriormente al 38% nel 2006, raggiungendo quasi il livello medio dei paesi OECD, che era nel 2004 del 37,4%.
Le imposte indirette consistono principalmente nell’VA al 16%. Inoltre esiste anche una tassa d’acquisto sulle automobili, sul carburante e sulle sigarette. Le importazioni dall’UE e dagli USA sono esenti da dazi doganali, mentre alle importazioni da altri paesi sono applicate imposte doganali.
Le imposte dirette su entrate e proprietà, che ammontavano a meno di un quarto di tutti gli introiti fiscali fino alla fine degli anni ’50, sono salite intorno a un terzo agli inizi degli anni ’70, a circa la metà agli inizi degli anni ’80, e hanno raggiunto il 45% nel 1986. Da allora il peso delle imposte dirette è diminuito al 39% nel 1995 ed è fluttuato tra quel valore e il 42% del 2006.
Negli ultimi anni sono state apportate ulteriori modifiche al sistema fiscale, per integrare Israele ancora più saldamente nell’economia globale. Nell’ambito di questa politica, i dazi doganali sulle importazioni continuano a scendere mentre la percentuale del carico fiscale sui profitti è scesa gradualmente al 30% e deve essere ridotta al 25% entro la fine del 2010. L’’imposizione sul reddito dovrebbe essere ridotta fino al 44% entro la fine dello stesso anno.