“Un Miracolo Economico”
Nei suoi primi 25 anni, l’economia israeliana ha raggiunto un impressionante tasso di crescita media del PIL di circa il 10 % l’anno, mentre il paese assorbiva consistenti ondate di immigrazioni di massa, costruiva una moderna economia partendo quasi da zero, combatteva quattro guerre e manteneva la sicurezza. Questo “miracolo economico” รจ in effetti ampiamente dovuto all’uso fatto di sostanziali importazioni di capitali avvenute nel corso degli anni, primi fra tutti i massicci investimenti in mezzi di produzione, unitamente al successo conseguito dal Paese nell’assorbire rapidamente gli immigrati inserendoli in imprese produttive.ย
Tuttavia, nei successivi sei anni – tra il 1973 e il 1979 – il tasso di crescita รจ diminuito (come nella maggior parte dei paesi industrializzati, in parte a causa delle crisi del petrolio del 1973-74 e del 1979-80) a una media annua del 3,8 % e, negli anni ’80, ha toccato il 3,1 %. Poi, negli anni 90, รจ stato registrato un tasso medio di crescita annua di oltre il 5% del PIL (toccando persino il 7,7% per cento nel 2000), riscendendo poi al 5,2% alla metร del primo decennio del XXI secolo.ย
Il tasso di crescita economica in Israele nel 2006 รจ stato relativamente alto, se messo a confronto con altri paesi sviluppati. La crescita media del PIL nei 30 paesi dell’OECD ha totalizzato il 3,2% nel 2006 ed รจ sta bassa dell’1,9% rispetto a quella registrata in Israele.ย
Tassi di crescita, questi, chiaramente impossibili da conseguire nel corso di una recessione globale, ma quella di Israele รจ stata una delle prime economie sviluppate, a tornare ad una crescita positiva (0,7 per cento) nel 2009. Quando l’economia globale ha iniziato a recuperare, le statistiche hanno indicato che i tassi di crescita sono tornati alla normalitร , attorno al 3 per cento agli inizi del 2010.
II PIL pro capite รจ cresciuto nel corso dell’ultimo decennio del XX secolo, di oltre il 60%, raggiungendo un livello annuale di quasi 25.800 dollari USA nel 2007 e di 27.143 nel 2008.