Cultura Letteratura

Gli esordi della prosa moderna israeliana

La prosa ebraica moderna in Terra d’Israele venne scritta per la prima volta da scrittori immigrati. Sebbene le loro radici fossero legate al mondo e alle tradizioni dell’ebraismo dell’Europa Orientale, le loro opere trattavano prima di tutto dei risultati creativi ottenuti in Terra d’Israele, nella quale erano giunti – usando le parole del motto sionistico -“per costruire ed esserne costruiti“. Yosef Haim Brenner (1881-1921) e Shmuel Yosef Agnon (1888-1970), che introdussero la prosa ebraica nel XX secolo, sono considerati da molti i padri della letteratura ebraica moderna. 

Nel suo tentativo di catturare la realtà, Brenner predilesse le forme rabbiniche e medievali dell’ebraico parlato, creando nuovi espressioni idiomatiche e utilizzando una sintassi drammatica per dare l’effetto di un discorso vivo. Centrale, nei lavori di Brenner, è la sua identificazione tanto con la lotta fisica dei pionieri per una terra arida e difficile così differente da quella dei paesi europei nei quali erano nati,  quanto con l’altra lotta – non meno difficile – per plasmare l’ identità dell’ebreo nella Terra d’Israele. 

Agnon scelse di usare nelle sue opere forme più moderne della lingua ebraica. La sua familiarità con la tradizione ebraica, insieme con l’influenza della letteratura della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo, diedero origine a un complesso narrativo basato sull’inventiva che trattava delle maggiori preoccupazioni spirituali contemporanee, la disintegrazione dei modi di vita tradizionali, la perdita della fede e la conseguente perdita di identità. Ebreo ortodosso e scrittore di grande intuizione e introspezione psicologica, Agnon espresse grande affinità con i lati ombrosi e irrazionali della psiche umana e un’identificazione con le intime incertezze dell’ebreo credente e non credente. La realtà, così come viene dipinta da Agnon, emana un ambiente tragico, talvolta grottesco, laddove la guerra e l’Olocausto hanno in essa una forte influenza e il mondo degli Ebrei pii vi si rivela con tutte le sue passioni e tensioni. Nel 1966 Agnon è stato co-vincitore (insieme a Nelly Sachs) del Premio Nobel per la Letteratura. 

Gli scrittori nati in Israele che hanno iniziato a pubblicare negli anni ’40 e ’50, ai quali ci si riferisce spesso come “a generazione della Guerra d’Indipendenza”, hanno portato nelle loro opere una mentalità e un retroterra culturale diverso da quello dei propri predecessori, anzitutto perché l’ebraico era la loro lingua madre e poi perché la loro esperienza di vita era interamente radicata nella Terra d’Israele. Autori come S. Yizhar, Moshè Shamir, Hanoch Bartov, Chaim Guri e Benyamin Tammuz vacillavano drammaticamente fra individualismo da una parte e dedizione alla società e allo Stato dall’altra, e hanno presentato un modello di realismo sociale, spesso in modo eroico, producendo un miscuglio di influenze locali ed internazionali. 

All’inizio degli anni ’60, un gruppo di giovani e influenti scrittori, fra i quali A.B. Yehoshua, Amos Oz, Yoram Kaniuk e Yaakov Shabtai, si sono dati all’esplorazione di nuovi approcci nella scrittura in prosa in lingua ebraica, segnandosi così un distacco dagli schemi ideologici e mettendo a fuoco il mondo dell’individuo. Nei due decenni la prosa contemporanea ha offerto soprattutto una sperimentazione con forme narrative e vari stili narrativi, fra cui il realismo psicologico, l’allegoria e il simbolismo, la speculazione e lo scetticismo rispetto alle convenzioni politiche e sociali di Israele.