La Storia di Israele La Dominazione Straniera

Immigrazione

Motivate dal Sionismo e incoraggiate dalla simpatia della Gran Bretagna per le aspirazioni del Sionismo ebraico – secondo quanto comunicato dal Segretario agli Esteri Lord Balfour (1917) – fra il 1919 e il 1939 giunsero nel Paese ondate successive di immigranti, ognuna delle quali contribuì a differenti aspetti dello sviluppo della comunità ebraica. Circa 35.000 persone che giunsero tra il 1919 e il 1923, principalmente dalla Russia, influenzarono fortemente il carattere e l’organizzazione della comunità per gli anni a venire. Questi pionieri gettarono le basi di un’ampia infrastruttura sociale ed economica, svilupparono l’agricoltura, fondarono forme comunitarie d’insediamento rurale uniche nel loro genere – il Kibbutz e il Moshav-e fornirono la forza lavoro per la costruzione di case e strade.

Il successivo flusso di circa 60.000 immigranti, che giunsero principalmente dalla Polonia fra il 1924 e il 1932, ebbe un ruolo importante per lo sviluppo e l’arricchimento della vita urbana. Questi immigranti andarono a stabilirsi principalmente a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme, dove impiantarono piccole attività, imprese di costruzioni e industrie leggere. L’ultima grande ondata di immigrazione prima della Seconda Guerra Mondiale, che ammontò a circa 165.000 persone, ebbe luogo negli anni ‘30 a seguito della salita al potere di Hitler in Germania.

I nuovi arrivati, molti dei quali erano professionisti e accademici, costituirono il primo massiccio afflusso dall’Europa Occidentale e Centrale. La loro istruzione, le loro capacità e la loro esperienza elevarono gli standard nell’ambito economico, migliorarono le strutture urbane e rurali e ampliarono la vita culturale della comunità.