La Storia di Israele La Dominazione Straniera

L’età Moderna

II XIX secolo vide l’arretratezza medievale cedere gradualmente il passo ai primi segnali del progresso, con varie potenze esterne che manovravano per conquistare una posizione, spesso attraverso attività missionarie. Studiosi inglesi, francesi ed americani avviarono gli studi dell’archeologia biblica, mentre Gran Bretagna, Francia, Russia, Austria e Stati Uniti aprirono loro consolati Gerusalemme. Navi a vapore iniziarono a navigare regolarmente fra il Paese e l’Europa, furono istaurati contatti postali e telegrafici e venne costruita la prima strada che metteva in comunicazione Gerusalemme con Giaffa. La rinascita del Paese come crocevia per il commercio di tre continenti fu accelerata dall’apertura del Canale di Suez.

Di conseguenza la situazione degli Ebrei del paese andò gradualmente migliorando e il loro numero crebbe considerevolmente. Verso la metà del secolo, le condizioni di sovrappopolazione all’interno delle mura della città di Gerusalemme, spinsero gli Ebrei a costruire il primo quartiere al di fuori di queste (1860) e ad aggiungerne altri sette nel successivo quarto di secolo, formando così il nucleo di quella che sarebbe divenuta la città nuova.

Verso il 1870 Gerusalemme aveva una netta maggioranza ebraica. Furono acquistati in tutto il paese terreni coltivabili, furono fondati nuovi insediamenti rurali, e la lingua ebraica, per lungo tempo relegata alla liturgia e alla letteratura, fu portata a nuova vita. Si era cosl venuto a creare lo scenario per la fodazione del Movimento Sionista.

Ispirati dall’ideologia sionistica , due importanti afflussi di Ebrei provenienti dall’Europa Orientale giunsero nel Paese alla fine del diciannovesimo secolo e all’inizio del ventesimo. Decisi a far rivivere la propria patria con il lavoro della terra, questi pionieri resero fertili i campi sterili, edificarono nuovi insediamenti e gettarono le fondamenta di quella che sarebbe divenuta una fiorente economia agricola.

I nuovi arrivati dovettero misurarsi con condizioni estremamente dure: l’atteggiamento dell’amministrazione ottomana era ostile e oppressivo, le comunicazioni e i trasporti erano rudimentali e non sicuri, paludi generavano la mortale malaria e ii terreno aveva sofferto secoli di abbandono. Gli acquisti di terreni furono soggetti a restrizioni e la costruzione venne subordinata ad un permesso speciale ottenibile esclusivamente a Istanbul. Sebbene queste difficoltà intralciassero lo sviluppo del Paese, non riuscirono tuttavia a bloccarlo.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale (1914), la popolazione ebraica nel Paese contava 85.000 persone, a paragone delle 5.000 degli inizi del XVI secolo.

Nel Dicembre del 1917, le forze britanniche sotto il comando del Generale Allenby entrarono a Gerusalemme, ponendo fine a 400 anni di dominio ottomano. La Legione Ebraica, con tre battaglioni che contavano migliaia di Ebrei volontari, era una unità incorporata nell’esercito britannico.